L’artrosi
del ginocchio, nota anche come gonartrosi
è particolarmente
frequente ed invalidante.
La gonartrosi può essere primaria, senza
causa apparente, o secondaria a mal posizionamenti (es. ginocchio varo
o valgo) o ad attività sportiva (es. calciatori).
La gonartrosi può interessare sia l’articolazione femororotuela che
femorotibiale.
Il primo sintomo di gonartrosi riferito dal paziente è il dolore, di
tipo meccanico, esacerbantesi con il movimento ed attenuantesi con il
riposo, che si localizza in sede anteriore o anteromediale e si
manifesta inizialmente con movimenti che aumentano il carico sul
ginocchio come scendere le scale in discesa;
è progressivo e diviene poi costante, conservando l’esacerbazione
durante il movimento.
Il ginocchio si presenta dismorfico per eccedenza perimetrica da
tumefazione,
di solito dura, a cui si può aggiungere quota di
versamento, in genere modesto, ma con possibilità di formazione di
cisti
di Backer.
Palpatoriamente è risvegliabile dolorabilità
alla digitopressione delle
zone periarticolari, e sono apprezzabili scrosci articolari
con la
movimentazione dell’articolazione e con il segno della pialla (scrosci
facendo scivolare sagittalmente la rotula sul femore).
La limitazione funzionale
è più tardiva e meno grave rispetto alla
coxartrosi ma può anch’essa giungere ad una gravità tale da richiedere
l’artroprotesizzazione.
La radiografia
mostra i segni caratteristi dell’artrosi quali riduzione
asimmetrica dell’interlinea articolare (meglio apprezzabile con Rx
sotto carico), sclerosi delle superfici ossee articolari, osteofiti e
geoidi.
Caratteristica della gonartrosi è l’appuntimento
delle spine
tibiali; spesso per distacchi osteofitari si possono
ritrovare corpi
liberi intrarticolari che possono determinare episodi di blocco
articolare.